Mangiare fette biscottate ogni giorno: ecco cosa succede a colesterolo, glicemia e pressione

Le fette biscottate sono spesso presenti sulle nostre tavole. Alimenti industriali derivanti dai cereali, in particolare dal grano duro, possono essere di diverse forme, quasi sempre quadrate o rettangolari. Il loro consumo è frequente a colazione. Nessuno vieta di assumerle anche in occasione degli spuntini. Cosa comporta per la salute mangiarle ogni giorno? Se sei qui, vuol dire che si stai ponendo questa domanda. Ottimo: riflettere sulla qualità di quello che si mangia è fondamentale.

Inconfondibili con la loro consistenza croccante, tra le principali differenze rispetto al pane comune, le fette biscottate si prestano bene a diversi abbinamenti alimentari sia dolci, sia salati. Nelle prossime righe, scopriremo assieme alcune delle loro peculiarità tradizionali, per inquadrare meglio l’impatto che l’assunzione quotidiana ha sulla salute. Cosa aspetti a continuare a leggere per aprire una finestra importante sulla tua dieta quotidiana.

Quante fette biscottate al giorno si possono mangiare?

In tanti si chiedono quale sia la quantità ideale di fette biscottate da consumare ogni giorno. Premettendo che prima di cambiare le proprie abitudini alimentari è sempre bene contattare un nutrizionista qualificato e che ogni persona ha una storia a sé ricordiamo che, considerando il loro essere più caloriche del pane, nell’ambito di una dieta equilibrata è il caso di consumare dalle 2 alle 4 fette biscottate al giorno. Se possibile, è il caso di concentrarsi sulle varianti integrali. In virtù della loro ricchezza in fibre, favoriscono il mantenimento di livelli fisiologici di glicemia (fondamentale a tal proposito è anche l’equilibrio generale della dieta).

Quando si portano in tavola le fette biscottate è necessario considerare, al di là della quantità, anche il modo in cui le si guarnisce. Se, per esempio, si sceglie la marmellata, è consigliabile optare per quella priva di zuccheri aggiunti. Per portare a tavola una colazione il più completa possibile – purtroppo, ancora oggi, il primo pasto della giornata è ancora eccessivamente squilibrato – può avere il suo perché abbinare le fette biscottate, fonti di fibre e carboidrati, con un velo di crema di frutta secca, fonte di grassi buoni antiossidanti e anfinfiammatori. Un’altra soluzione per ottimizzare il loro apporto è l’avocado.

Perché non si devono mangiare le fette biscottate a colazione?

A tutti, almeno una volta, è capitato di sentirsi dire che l’assunzione di fette biscottate a colazione sarebbe da evitare. Non esistono controindicazioni assolute alla loro assunzione. Dal momento che è possibile trovare in commercio fette biscottate con composizioni diverse, la loro assunzione è spesso parte anche della dieta dei diabetici. Quello che bisogna evitare a colazione è lo squilibrio a favore dei carboidrati. Ecco i consigli da seguire per evitarlo:

  • Aggiungi una fonte di proteine, per esempio un bicchiere di latte o un uovo.
  • Non dimenticare i già citati grassi buoni. Dall’avocado, alla frutta secca intera, fino alle creme che la vedono come ingrediente principale, le fonti di riferimento sono diverse.
  • Porta in tavola della frutta. Se scegli la spremuta, evita di dolcificarla.

Tenendo in considerazione queste dritte, le fette biscottate a colazione, di base, non sono dannose. Un altro consiglio utile prevede il fatto di includerle solo alcune mattine nel primo pasto della giornata. Come si variano i pranzi e le cene, lo stesso si dovrebbe fare con la colazione, portando in tavola, per esempio, un giorno fette biscottate con una tazza di latte e un velo di crema di arachidi e quello dopo un porridge a base di yogurt, semi oleosi e frutta secca.

Concludiamo ricordando che il loro consumo andrebbe in ogni caso approcciato leggendo prima l’etichetta – step raccomandato in tutti i casi quando si fa la spesa – e controllando il contenuto di sodio. Come raccomandato dagli esperti dell’OMS, per evitare problemi di pressione è il caso di mantenersi, per quanto riguarda la sua assunzione, entro i 2 grammi giornalieri.

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